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Con quest'articolo la Fondazione Mundi Live torna dentro la vita, lo studio e il pensiero di uno degli italiani più conosciuti e celebrati al mondo, il Professor Giancarlo Elia Valori. L’occasione è la presentazione del suo ultimo libro, Geopolitics of the New Middle East. Il volume è una raccolta di saggi che indagano da differenti prospettive gli equilibri e le contraddizioni del Vicino Oriente. Là da dove irradiano il loro sapere le tre principali religioni monoteiste, là dove la terra si è fatta crocevia di popoli e culture tanto grandi da segnare la storia di milioni di persone, è nato il mondo come noi lo conosciamo. Il Professor Valori è un accademico e dirigente di primissimo piano, un uomo capace di tessere amicizie e solide cooperazioni con Capi di Stato, dirigenti di altissimo profilo internazionale e prestigiose Università di tutto il mondo. La collaborazione tra la Fondazione Mundi Live della Dottoressa Margherita Chiara Immordino Tedesco e il Professore Giancarlo Elia Valori si arricchisce di un nuovo strumento utile per essere oggetto di studio nelle diverse assisi che avranno come obiettivo quello di creare nuove figure professionali tra i giovani, per concorrere insieme all'affermazione di una nuova classe dirigente capace di affrontare le sfide che il prossimo futuro ci riserva.
Nella Bibbia è scritto che Yahweh creò l’uomo plasmando la polvere del suolo. Il Medio O-riente è una regione piena di polvere e di deserti. Dar forma alle cose sembra essere la sua vocazione, ma plasmare la pace è più difficile qui che altrove.
Pace non è solo il contrario di guerra, lo spazio temporale tra due conflitti. Pace è qualcosa di più. Per questo motivo non c’è uomo di Stato, diplomatico illustre o intellettuale di rilievo che non si sia interessato alla questione medio orientale. La Pace nel mondo passa necessariamente da qui.
A questa regione al confine tra due continenti e alla sua sete di Pace il Professor Giancarlo Elia Valori ha dedicato il suo ultimo libro, Geopolitics of the New Middle East.
Il volume è stato accolto da felicitazioni e manifestazioni di stima arrivate da tutto il mondo. Il Decano dell’Istituto per le Relazioni Internazionali dell’Università di Pechino, che ha partecipato alla presentazione del libro, ha voluto manifestare tutta la sua stima, non solo a livello personale, ma anche a nome della facoltà intera.
Sono inoltre intervenuti all’evento esperti e analisti di fama internazionale. Tra gli altri, a celebrare l’importante occasione, hanno partecipato l’Ambasciatore d’Italia presso lo Stato di Israele, Dottor Gianluigi Benedetti; Dalia Rabin, figlia del Presidente Yitzhak Rabin, oltre a Chemi e Yoni Peres, figli del Presidente Shimon Peres.
L’iniziativa della casa editrice israeliana Arrowmedia di tradurre e pubblicare in inglese i preziosi saggi del Professor Valori, oltre a colmare una lacuna linguistica, permette di racchiudere i testi in un’unica opera organica e ragionata.
Il libro si basa su una raccolta di trentuno saggi scritti a cavallo tra il 2017 e il 2019, preceduti dalla prefazione di Avi Pazner, ex Ambasciatore israeliano a Roma e Parigi.
In essi si affronta l’analisi geopolitica dei più importanti avvenimenti intercorsi in Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Libano, Qatar, Siria e Turchia, senza tralasciare le questioni legate all’OPEC, con attenzione particolare alle vicende legate al petrolio e ai gas naturali. Attorno a questo palcoscenico d’eventi sono prese in considerazione, con particolare minuzia, gli interventi e le influenze delle superpotenze: Stati Uniti, Cina e Russia.
Se la ricerca della pace è una scienza, allora lo è sui generis. Le scienze normali restringono, specializzandolo, il loro campo d’azione; la pace invece lo allarga. Lo fa in maniera tanto smisurata da trascinarvi dentro occhio, oculare e ogni strumento del ricercatore. Nulla resta immune dalla ricerca della pace, ogni angolo è scrutato, ogni posto setacciato perché si possa cullare il sogno di un bambino che chieda: “Mamma, che cos’era la guerra?”
In questo scavare dentro le ragioni dei contendenti, le mani del Professor Valori hanno la tempra dell’artigiano. Nel suo testo non c’è solo l’analisi allo stato dell’arte, c’è anche la passione e il coraggio di chi ha a lungo impastato le parole per plasmare la Pace.
Il Professor Elia Valori era amico personale del Premio Nobel Shimon Peres. Di lui, ripetutamente, il Presidente di Israele ha espresso ammirazione e fiducia, tanto da definirlo in più occasioni suo collaboratore e uomo di pace, elogiando la sua conoscenza in campo diplomatico e geopolitico.
Nel suo discorso in Israele, in occasione della cena in suo onore, tenutasi presso la residenza dell’Ambasciatore italiano in Israele, S.E. Gianluigi Benedetti, il 28 giugno di quest’anno, il Professor Valori, Honorable de l’Académie des Sciences de l’Institut de France, ha ricordato che: “L’arte della diplomazia e la stretta connessione con la comunicazione, come pure, l’innegabile correlazione con la costruzione di solidi rapporti amicali, sono alla base di ogni rapporto il cui proposito sia il rafforzamento della concordia e la pace tra i popoli”.
Il dialogo e lo sforzo per far sedere i contendenti attorno a un tavolo di trattative s’intrecciano e prendono la forma di un vento dentro al libro del Professor Valori; una brezza ispirata dalla voglia di Pace che gira le pagine del suo testo e che soffia forte lì, come in ogni impegno da lui assunto nel corso della sua vita per allontanare lo spettro di un conflitto.
Di questo è fatta la ricerca della pace. Di persone grandi che dedicano la loro vita e il loro respiro per soffiare tra le pagliuzze esili con cui si accende il falò della pace. Il fuoco acceso dal Professor Valori si è col tempo unito ad altri focolari, in Israele come nel resto del mondo, e insieme hanno reso meno oscura la notte degli orrori della guerra.
Tra i grandi fari di pace, l’accademico ricorda il Centro Peres per la Pace e l’Innovazione. Si tratta di uno dei principali organismi in Israele, creato dallo stesso Shimon Peres per contribuire all’allontanamento della barbarie della guerra.
Il Centro promuove lo sviluppo e il funzionamento di progetti nei settori dello sport, dell’educazione, della leadership, dell’imprenditorialità, dell’innovazione, della medicina, degli affari e dell’ambiente. E’ importante ricordare l’operato del Centro Peres, perché i suoi progetti di punta operano a tutti i livelli: locali, regionali e internazionali. Tutti possono partecipare ai diversi programmi del centro: giovani e meno giovani, ebrei e arabi, israeliani e palestinesi, professionisti e studenti.
Tutti possono partecipare alla costruzione della pace nel mondo, è vero, ma è necessaria preparazione. Per evitare personalismi e pericolosi estremismi, occorre creare una classe dirigente che abbia gli strumenti necessari per operare attorno allo scivoloso tavolo della diplomazia.
Lo scopo dei progetti del Centro Peres, come dell’attività di accademici illustri, tra cui spicca il nostro Professor Valori, è quello di consentire il dialogo e la conoscenza in un ambiente sicuro e formare futuri leader che avranno un impatto positivo sulla loro società, sul Paese e sull’intera regione.
Ma come raggiungere quest’obiettivo? Come si creano connessioni e ponti commerciali che possano dar frutti garantendo anche il rispetto dell’ambiente? Occorre agire nel pensiero innovativo e creativo, nelle collaborazioni locali, regionali e internazionali.
E’ così che centinaia di piccole e medie imprese hanno ricevuto consulenza individuale e sostegno. Sono allora nate centinaia di relazioni commerciali ed economiche transfrontaliere e sono state formate decine d’imprenditori.
La pace non è un concetto astratto, la pace è terra e polvere da modellare. Le mani del Pro-fessor Valori sono abili nello scavare, esperte nel distinguere la materia prima migliore e nell’individuare tra la grotta buia delle tensioni internazionali, la via che porterà a rivedere la luce.
La guerra non è una nemica sconosciuta. Bisogna però studiarla e affinare le proprie conoscenze per poterla arginare, partendo dal buio di una trincea per arrivare attorno a un tavolo dove negoziare la Pace. “La guerra ha sempre seguito la storia dell’umanità”, dice il Professore. “E’ una carneficina lanciata dall’uomo contro l’uomo stesso”. Nel dispiegarsi dei venti di una guerra, giusta o ingiusta che essa sia, le vittime sono inevitabili, ed è a queste che occorrerebbe pensare.
“Chi muore sul campo di battaglia è spesso gente amante della pace sulla terra. Queste persone sono condotte al fronte dai loro ufficiali per combattere il nemico, ma in realtà, non si può considerare nemico chi non si conosce nemmeno personalmente e vive in un altro Paese”, dice ancora il Professor Valori.
Per evitare gli scenari di guerra e le loro terribili conseguenze quello che dobbiamo fare è dare la possibilità a civiltà diverse di comunicare tra loro, senza entrare in conflitto. “Occorre consentire a Paesi diversi di cooperare alla Pace”, riflette il Professore.
Per rendere le persone di tutti i Paesi amiche e amichevoli l’una con l’altra, occorre agire a diversi livelli. L’economia e i ponti di cooperazione internazionale sono certamente obiettivi primari, poiché dal benessere diffuso si generano rapporti più distesi e cordiali. C’è però un altro aspetto molto importante sul quale occorre impegnarsi: il fronte della cultura.
Questo punto è tanto importante che durante il suo discorso del 29 giugno di quest’anno, tenuto all’Hotel Hilton di Tel Aviv, il Professor Valori ha voluto sottolineare che: “La cultura, la conoscenza della storia e l’approfondimento dello sviluppo delle relazioni internazionali giocano un ruolo insostituibile come anello di congiunzione tra i cuori e gli animi delle per-sone, dei cittadini”.
La cultura è per il Professor Valori parte della terapia. Le scorse generazioni vedevano il futuro come una promessa; oggi è invece vissuto come una minaccia o per lo meno come qualcosa d’imprevedibile. Occorre tornare sui libri per scoprire come non abbia senso vivere in un assoluto presente fatto di chat online e di profili virtuali che non aggiungono nulla alla maturità di chi vive dentro quei contenitori. Occorre tornare alle radici della nostra storia, perché dobbiamo essere artefici di un nuovo rinascimento.
Viviamo un momento storico particolare, una fase di transizione che ci porterà a una società completamente informatizzata. In questo contesto la Fondazione Mundi Live della Dottoressa Margherita Chiara Immordino Tedesco e il Professor Giancarlo Elia Valori sentono la necessità di ribadire il primato della cultura.
Le svolte populiste che si sono affermate in diversi paesi europei, e non solo, dimostrano da sole qual è il rischio cui andiamo in contro. Quando a sostenere il peso della cultura rimane solo l’eroismo silenzioso delle mensole, accade che la classe dirigente che si afferma è fatta da personaggi del tutto impreparati e senza esperienza alcuna.
Dar forma alla pace significa riuscire a fare molto con poco, plasmare la terra e la polvere, essere capace di dialogare con chi ti è nemico. In quest’ottica, il nuovo libro del Professor Giancarlo Elia Valori appare come un gradito tassello utile per la costruzione di quel complicato mosaico che è la Pace degli uomini in terra.
Quando Yahweh parlò a Geremia, gli disse di scendere nella bottega del vasaio, perché là Egli gli avrebbe fatto udire la Sua parola. Il Profeta scese e vide un uomo che lavorava al tornio. Lo vide mentre stava modellando un vaso. Il manufatto si guastò più volte e ogni volta l’artigiano si affrettò a fare un altro vaso come ai suoi occhi pareva giusto (Geremia 18 -1,2).
La ricerca della Pace, questo modellare le parole perché vestano gli indumenti dei giorni di festa, assomiglia molto al lavoro del vasaio. Là, da qualche parte in bottega, tra gli strumenti con cui gli uomini si adoperano per dar forma alla Pace, c’è uno spazio pronto ad accogliere una copia de Geopolitics of the New Middle East, il nuovo libro del Professor Giancarlo Elia Valori. Chiunque intenda vestire i panni del vasaio della Pace, ne avrà per certo bisogno.